www.ilsegnocheresta.it

by Loretta Dalola


8 commenti

La Tv non è fuori moda


arton18887Siamo agli sgoccioli della campagna elettorale. Siamo alla fine delle ostilità, almeno quelle ufficiali, fatte di comizi e interventi televisivi. Si è tanto parlato dello strapotere dei social network ma questa campagna elettorale decisiva, per tutti, ma proprio tutti, si è svolta scegliendo le vie tradizionali: comizi in piazza e presenze in Tv. E le reti tradizionali sono state quelle più gettonate, proprio perchè la partita non si gioca sui canali “personalizzati” ma su quelli generalisti. Una campagna, dunque  tutta giocata sulla popolarità e l’effetto mediatico. Evidentemente a giocare un ruolo importante sono ancora le piazze e  le piazze catodiche.

Anche Grillo cambia strategia e torna in tv dopo 21 anni di assenza a Rai1, perchè la rete non basta più. Berlusconi, oramai poco decisivo,  ma frequentatore abituale, ha spopolato un po’ qua e un po’ là, ripetendo un repertorio conosciuto: ” noi eravamo, siamo e saremo all’opposizione di un governo che presenta la faccia giovane di Renzi ma, che sappiamo bene essere di sinistra, che il governo è di sinistra, che fa le stesse cose che ha sempre fatto la sinistra“. Insomma la sfida finale della campagna elettorale per le Europee si è giocata in televisione. Beppe Grillo a “Porta a Porta” per un faccia a faccia con Bruno Vespa che non si vedeva dal 1983, Matteo Renzi a “Piazza Pulita” su La 7 e  da Barbara D’Urso, poi Silvio Berlusconi a “Quinta Colonna”. berlusconi-silvio-586x327

Se gli ultimi sondaggi prima del silenzio pre elettorale parlavano di oltre il 40 per cento di elettori ancora indecisi su chi votare, i tre leader di M5S, Forza Italia e Partito democratico lanciano l’ultima offensiva sul piccolo schermo per accaparrarsi un voto in più. Quel voto di chi non sa ancora per chi votare e che sfiora i quattro milioni, il 15% dei voti validi e che determineranno vittorie e sconfitte.

E per i big politici i comizi e la tv restano l’arma finale.  Tutti sicuri del successo. Grillo :” siamo il primo partito e vinceremo sicuramente“, ma anche Renzi si dice sicuro di vincere e ricorda che ” il derby, domenica è tra rabbia e speranza, tra protesta e proposta, tra vaffa e idee“.

Una campagna elettorale fino all’ultimo respiro e utilizzando tutti gli strumenti anche quelli che qualcuno snobbava e considerava superati. Il  leader M5S che tanto ha attaccato i talk show in passato, marca, comunque, un cambio di strategia. Raggiunti tutti i cybernauti, finite tutte le piazze anche il guru della modernità deve inchinarsi – suo malgrado – al totem della televisione. Altro che web. Per sapere chi vincerà le elezioni bisogne attendere lunedi ma per molti chi ha vinto la campagna ellettorale  sono stati la “strana coppia” formata da Grillo e Vespa.La tv vince perchè è autoreferenziale – afferma Carlo Frecceroe da Vespa si è visto un pezzo di tv, il 29% di ascolti, incredibile”.  Grilgrillo-grillo-da-brunov-espa-grillo-a-porta-a-porta-grillo-su-rai-1-beppe-grillo-porta-a-porta-grillo-in-tv-intervista-grillo-vespalo, l’uomo della comunicazione globale, l’uomo della rete, dell’antitv, della comunicazione diversa si è seduto in poltrona, davanti a Vespa. Il futuro è la rete ma il presente, quello in cui Grillo deve prendere i voti, è la tv. Era d’obbligo lavorare su quel target che non riesce mai a toccare, quello trasversale che non usa la rete, doveva giocare là il suo colpo finale. Grillo è scaltro e utilizza il suo messaggio a seconda del medium che utilizza. Nelle piazze parla in un modo, nella rete cerca i colpevoli, e in tv fa il bravo ragazzo evitando le parolacce. Appare colui che racchiude in sè il malcontento generalizzato. Usa in modo assai spregiudicato parole e simboli. È un comico, un capo popolo, non un politico. Ha un movimento che lavora per lui e che dirige da dietro le quinte.

Leader molto più mediatici di quelli del passato, basti pensare a Renzi, così differente da Bersani, che come Grillo ha dimostrato indubbie doti di comunicazione, ben al di sopra di quelle della media dei politici, come al di sopra sono quelle di Berlusconi. Comunque  tutti e tre, dal punto di vista comunicativo, sono tre numeri, uno!

Avranno effetto sugli indecisi, cioè su quelli che hanno deciso di votare ma non sanno ancora per chi, e su quelli che sono propensi a non votare ma non ne sono ancora sicuri. Un elettorato sul quale le doti di comunicazione dei leader possono avere grande presa, tenendo presente che il voto per le Europee è meno legato alla vita, alle scelte ed alle necessità quotidiane o vinceranno gli euroscettici e gli eurocritici?  Moneta unica  o addio all’euro? L’Europa avrà una via d’uscita?

renzi_matteopiazzapulitaLa cosa sicura  e  più rilevante, è  che la televisione si riconferma punto  centrale. E che dopo tutti questi incontri/scontri televisivi, l’Italia attende la sua terza Repubblica.


2 commenti

Concorrenza sleale


downloadDai formaggi senza latte ai vini senza uva, sono tanti i prodotti che entrano nei nostri supermercati e che i consumatori non possono riconoscere. È il grido d’allarme lanciato dalla Coldiretti e da TgLa7 cronache. Lunghissima la lista della lagnanze degli agricoltori e degli allevatori della Coldiretti riunitisi a Milano per chiedere che i prodotti italiani di qualità nel campo dell’alimentazione, vengano protetti dalla concorrenza sleale. Quello dell’alimentazione e della  sicurezza alimentare è sicuramente uno dei settori su cui la presenza dell’Europa è molto forte, questo è un bene, anche se, Coldiretti evidenzia che l’eccessivo uso di regole e norme rischia di snaturare i nostri prodotti coldiretti-made-in-tuscany-tutela-prodotti-toscanitipici. Mentre non c’è nessuna difesa sostiene, sempre Coldiretti su alimenti da animali clonati e importati. Una mozzarela su quattro venduta in Italia è prodotta con semilavorati industriali che vengono dall’estero. L’Unione consente che su molte carni possa non essere indicata l’aggiunta di acqua fino al 5%. Due su tre prosciutti consumati inItalia sono ottenuti da maiali stranieri. Ancora troppi i cibi su cui non è richiesta l’eticchettatura che indica la provenienza.

Facciamo un prodotto straordinario, vogliamo che venga tutelato” è l’impegno prefissato dall’esercito dei diecimila agricoltori e allevatori arrivati da tutta Italia alla fiera di Milano, a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del Parlameno europeo per dire che le regole dell’UE sugli alimenti apparecchiano una tavola agli italiani con trucchi e inganni. “Siamo invasi da carni che arrivano da dove costano meno – dichiara uno dei tanti allevatori – oramai le carni si comprano dai broker e questi speculatori le comprano a basso costo. La gente deve sapere la provenienza di ciò che beve o mangia”.  “Il prodotto italiano non viene valorizzato abbastanza a livello nazionale – aggiunge un altro allevatore – e la materia prima, come il latte, non  viene pagata abbastanza perchè le cooperative e i caseifici industriali usano il latte estero, ignorando la tracciabilità, la sicurezza e la qualità del prodotto”. 

Eppure l’agricoltura in Italia è un settore in espansione che è tornato ad attrarre i giovani. E  dai giovani arrivano idee nuove, come creare dai prodotti alimentari, integratori per il benessere psicofisico del corpo. Un segmento in forte crescita che rappresenta il segmento più dinamico del mercato alimentare con un aumento in volume degli acquisti dmedium_10maisnero2el 17,3 per cento, in netta controtendenza rispetto al calo generalizzato dei consumi dovuto alla crisi.

Lo scorso anno li hanno usati sette italiani su dieci. Frullati di aloe, formaggi senza lattosio e la scoperta del mais corvino, usato nell’antico Perù  e portato nelle campagne cremonesi dove da questo mais nero viene ricavata una bevanda energetica e dissetante con proprietà antiossidanti, mentre una particolare varietà di pomodori non ogm permette di avere salsa e succo di pomodoro con concentrazioni di licopene, ottimo antiossidante, superiore a quella di altri prodotti utile per diabetici e bambini.

La contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari Made in italy non sono un fenomeno di nicchia: costano caro all’Italia, circa trecentomila posti di lavoro che si potrebbero creare nel Paese con una seria azione di contrasto a livello nazionale ed internazionale. Il fatturato del falso Made in Italy, solo nell’agroalimentare, ha ormai superato i 60 miliardi di euro. Sarebbe folle, oltre che sbagliato, continuare a fare finta di niente.

Tutela del Made in Italy  e mobilitazione della Coldiretti per cercare di difendere i prodotti italiani dalle importazioni di bassa qualità, questo lo scopo della protesta e c’è poi un’altra misura allo studio dell’Ue,  che preoccupa e non poco, quella di abolire su alcuni prodotti tipo pasta e caffè la data di scadenza.Brennero_tir_blocco_falsi_prodotti_made_in_italy

Prima di dire addio alla scritta “da consumarsi preferibilmente entro” , prevista su prodotti che hanno una lunga vita per le possibilità di consumo, c’è bisogno  di distinguere bene tra i prodotti e di informare meglio i consumatori. E’ un invito ad essere cauti che merita di essere ascoltato.

Alcuni paesi del nord Europa hanno proposto, di eliminare l’obbligo di indicare il termine minimo di conservazione per prodotti non freschi, come pasta, riso e caffè. Per alcuni prodotti  esiste una data di scadenza perentoria, dopo la quale l’alimento non è adatto al consumo umano. In questo caso si parla di eliminazione del termine minimo di conservazione, che non è perentorio, perchè si applica a prodotti che non si deteriorano, possono essere mangiati senza rischio anche mesi dopo la data preferibile di consumo. Possono, pero’, venire meno caratteristiche organolettiche e nutrizionali. La pasta, il riso i biscotti hanno una lunga vita in fatto di commestibilità se conservati adeguatamente, ma più passa il tempo più prosegue l’ossidazione e si cominciano a perdere le caratteristiche nutrizionali.

resizeNecessaria, dunque, cautela. C’è bisogno  di informare il consumatore. C’è bisogno di un consumatore consapevole. Per questo l’invito  a trovare soluzioni alternative più vicine alle esigenze del cittadino: sapere ad esempio che la pasta, ben conservata, puo’ essere consumata senza rischio per lungo tempo eviterebbe sprechi. E questo senza eliminare quella che comunque è  una rete di protezione  per il consumatore ovvero l’indicazione “da consumarsi preferibilmente entro il…” , che permette di avere comunque informazioni utili sul prodotto.


4 commenti

Tra rabbia e speranza


500605Questo imminente voto elettorale è l’ennesimo braccio di ferro della politica nostrana e Ottoemezzo sabato  si domanda  se questa visione è condivisa anche dagli italiani. Gli ospiti che rispondono all’importante quesito sono: Norma Rangeri – direttore del Manifesto  e Roberto Napoletano – giornalista e saggista.

L’Italia andrà a votare tra pochi giorni per dare un nuovo volto a se stessa e all’Europa. Eppure politica, attualità e cronaca hanno riportato alla ribalta anche Greganti,  senza dimenticare le vicende di Scajola e Dell’Utri, scandali simili a tutti quelli a cui abbiamo assistito negli ultimi tempi. Sembra che non sia cambiato nulla, per certi aspetti in Italia, negli ultimi 20 anni.  Persone che praticano nefanddezze oggi come ieri e come ieri l’altro. Ce le ritroviamo sempre davanti, ahimé, chissà perchè e cosa c’è nel carattere degli italiani?

Forse oggi manca quel senso di speranza…forse oggi c’è più la rabbia, quella dei genitori che fanno studiare i figli  pensando che possano diventare qualcosa più di loro…oggi non è più così e i figli hanno bisogno dei genitori per tirare avanti. La differenza la fa lo spessore dei protagonisti: Togliatti, De Gasperi, Nenni, Pertini, figure carismatiche e classiche della politica.  Assistiamo ad una specie di decadenza da questo punto di vista. E’ difficile oggi trovare un uomo polpaesaggio (1)itico che si possa paragonare a queste figure, l’ultimo forse è stato Berlinguer. Persone che avevano al loro fianco grandi collaboratori. Anche Renzi, nel suo interesse,  che in questo caso coincide con quello del paese, ha bisogno di collaboratori competenti, ha bisogno di squadra, uomini con capacità tecniche, esecutive, ideative e motivati. Invece questa classe dirigente non ha ancora dato prova di cosa sa fare, e se è veramente in grado di ricostruire il paese.

Tutto dipenderà da quel fatidico 25 maggio e se il PD da quel momento sarà leggittimato. “Per il bene del paese è una speranza a cui aggrapparsi ” afferma Napoletano.

Ma le cose sono complesse e difficili, attorno ci sono le macerie italiane. L’Italia, in particolare, ha 114 procedure di infrazione pendenti presso la Ue per i ritardi nel recepimento e attuazione delle direttive europee. La classe dirigente berlusconiana ha lasciato un tasso di sofferenza altissimo. Un paese che tra i grandi giornali e media, emerge poco. Un paese fatto anche di indiani e cinesi, silenziosi e operosi, sfruttati e  senza diritti, con vite orribili di cui non abbiamo consapevolezza. Un paese pieno di multietnie, che non vuole accettare  che da un quartiere all’altro è come se si passasse in altre nazioni.

paesaggio (1)E poi c’è il dramma delle imprese che non riescono più a realizzare il proprio prodotto. Un’eccellenza, che tutti ci chiedono e invidiano. Prodotti made in Italy  che il Fisco tartassa. La burocrazia ostacola. Le banche gli voltano le spalle.  I commercianti, gli artigiani e i piccoli imprenditori italiani sono allo stremo. Abbandonati e maltrattati dallo Stato. Tanto che negli ultimi mesi molti di loro sono arrivati addirittura a mettersi una corda al collo o una pistola alla tempia. Esausti di tutti quei lacci e lacciuoli che li stanno portando all’estinzione. Il tonfo della produzione, porta alla ribalta storie di uomini che suggeriscono riforme coraggiose, perchè nel paese dovrebbe imporsi lo spirito artigianale italiano. Ci sono innovazioni e ricerche che non escono dall’Italia, bloccati dalla burocrazia. Una morsa che vanifica il lavoro enorme compiuto dagli imprenditori, senza tra l’altro risolvere i problemi dello Stato, visto che a pagare sono sempre e solo i soliti noti.

La politica ha perso credibilità e il malgoverno ci ha di fatto messo sull’orlo del precipizio. L’amministrazione berlusconiana ha portato il paese alla crisi economica e morale di cui anche alcuni imprenditori sono responsabili, coloro che hanno appoggiato Berlusconi hanno di fatto contribuito al saccheggio dello Stato. Dobbiamo cambiare ci viene detto ma l’immobilismo trionfa.

Tutti temi che devono essere affrontati in fretta e con serietà. Renzi si muove? Siamo in una terra di nessuno se la politica non prende una posizione finanziari ed economica. Siamo seduti su una miniera d’oro fatta di bellezze artistiche, cultura e capacità artigianali, dimenticati. C’è ora più che mai bisogno di coraggio e serietà o rischiamo di non paesaggio (1)ripartire mai. Siamo dentro un paese che oramai è arretrato e che deve ricominciare dalle fondamenta.  La materia prima c’è, manca la politica che si identifichi nell’energia e nell’impegno. Tocca ora allo  Stato e all’Europa fare la propria parte e alle chiacchiere devono seguire i  fatti.

 

 

 


10 commenti

La grande avventura inventata da Salgari


downloadProtagonista della puntata de  Il tempo e la storia in onda su Rai 3,  Emilio Salgari; un nome che rievoca immediatamente il sapore avventuroso di pirati ed eroi. Salgari lo scrittore,  coglie un vuoto letterario, più o meno a metà ottocento, si rende conto che quell’Italia ha bisogno di un romanziere che parli della storia e inventa racconti avventurosi. È un ‘epoca di transizione in cui ci stanno il colonialismo, le migrazioni interne-esterne, le città in espansione, fattori filtrati dall’immaginazione di uno che di mestiere fa il giornalista.

Il giovane Emilio arriva a Verona millantando una carriera marinare tutta immaginata, prese tutta la valigia dei sentimenti popolari che avevano agitato fino a pochi anni prima la nostra penisola e la rovesciò su una carta geografica studiata in biblioteca. Non era nato per vivere una vita tranquilla ma tutti i suoi racconti furono  il frutto di studi meticolosi. Tutta la sua opera è  una celebrazione dell’eroismo disinteressato di chi aveva combattuto, un tributo alle dissennate imprsalgariese mazziniane, al sacrificio di Pisacane, alla chiamata a raccolta a Roma di tutti i ribelli del mondo. Eroismi troppo presto repressi e disinnescati dai politici e dai diplomatici, ibernati per sempre nella retorica e nell’agiografia dei manuali o abbandonati all’oblio. Sentimenti buoni solo per un romanzo, che solo in un romanzo potevano continuare a pulsare. Così, mentre l’Italia si muoveva verso Adua, Salgari conduceva solitariamente la sua polemica anticolonialista e antimperialista. Così nel 1883  i veronesi si svegliano, trovando la città tappezzata di manifesti raffiguranti una tigre…il giorno dopo compaiono scritte che annunciano l’arrivo di una mangiatrice di uomini…solo il terzo giorno L’Arena  svela l’arcano e annuncia che la tigre è arrivata, leggete!

Un lancio pubblicitario decisamemnte moderno, un marketing clasmoroso che ottenne l’effetto desiderato. Verona risponde e il successo è la conseguenza. Nel 1897 la regina Margherita gli conferisce la Croce di Gran Cavaliere per i suoi risultati letterari. A soli 35 anni.

Quando iniziano a uscire, a puntate, Le tigri di Mompracem è il 1883.  Saghe che inneggiano al coraggio e alla disobbedienza, e rappresentano l’orgoglio di un’altra possibilità, di un altro modo d’essere, una sovversione piratesca della vigliaccheria nazionale e delle altre ingloriose tradizioni di una stirpe di imboscati e di furbi. Anche se nell’ultimo periodo Sandokan eJungla Janez adottano le stesse strategie imperialiste dei loro nemici.

È uno scrittore di fantasia. Luoghi esotici raccontati ma mai visitati di persona se non sulle enciclopedie della biblioteca che raggiungeva in tramvia. Il grado delle sue opere è esclusivamente “letterario”. Le sue pagine nascono da altre pagine, sono reportage di altri libri, non di altre terre. I  suoi personaggi più compiuti devono forzatamente avere nomi stranieri, altrimenti non prenderebbero mai vita: Tremal-Naik, Kammamuri, Sandokan e il più seducente di tutti: Yanez de Gomera.

Particolarmente vicina alla sensibilità moderna, poi, la sua capacità di impastare la vita con la fantasia e di usare soggetti realmente esistiti come James Brooke o il pirata Morgan.  Tanti personaggi e tanti  viaggi fantastici. Suggestioni fiutate da Salgari e portate nella realtà legandosi alla storia. Ma solo sotto il sole dell’Oriente, al riparo della sua luce che confonde tutte le cose, l’avventura di Salgari si unisce a un discorso più vasto sul destino, ai presagi, ai rischi mortali e alle guarigioni miracolose, alle delusioni storiche, ai drammi già vissuti e a quelli ancora da vivere. E lui nel dramma ci vive, la moglie Aida  è affetta da psicosi. Viene ricoverata in manicomio. È una dura prova.  Una prova che non può superare.

Salgari, il disincanto di come erano andate le cose lo aveva incarnato sulla sua pelle, e ne resta  stritolato. Dopo un primo quasi tragicomico tentativo di suicidio, crollò definitivamente quando restò solo, con i quattro figli.  Spezzò la penna tagliandosi con un rasoio il ventre e la gola in un bosco fuori Torino, a 50 anni esatti dall’Unità d’Italia, la sola morte eroica che gli era rFranc. Salgariimasta. Fu la sua estrema rivolta contro chi si era arricchito con il suo lavoro, gli editori sanguisuga per i quali scriveva “a tutto vapore”, non meno di tre pagine al giorno, e che lo avevano abbandonato in uno stato di “semi-miseria” e di autentica disperazione.

Un finale feroce e maledetto. Un finale di disperazione e miseria.

Solo il successo accompagnò questo scrittore nel suo ultimo viaggio. Il grande successo popolare del viaggiatore che Salgari aveva soltanto immaginato di essere.


4 commenti

L’infinita corruzione politica italiana


logo-tg-la7TGLa7 e Mentana buttati a capofitto sull’ennesimo scandalo della vecchia e nuova politica italiana. Stavolta tocca all’EXPO di Milano guadagnarsi l’apertura dei notiziari con l’imprenditore vicentino Enrico Maltauro che confessa e indica nell’ex esponente ligure dell’Udc Sergio Cattozzo il veicolo per arrivare agli appalti e quest’ultimo ammette di aver tentato di nascondere i  pizzini con la contabilità delle tangenti.

La vicenda delle tangenti dell’Expo ha confermato l’esistenza di una cupola costituita dai rappresentanti di aree politiche diverse che si spartivano la torta e dialogavano con le imprese degli appalti. Una vera e propria manna dal cielo, a pochi giorni dalle elezioni europee che consente strumentalizzazioni a destra e Il presidente del consiglio Enrico Letta in visita ai cantieri Milano Expo 2015a manca.

È l’ennesimo scandalo scoperchiato dall’imprendotore Maltauro e emerso dal lungo interrogatorio secretato dai magistrati, durato 9 ore. La cupola esiste. Arrestato con altre 6 persone nell’inchiesta milanese sugli appalti truccati a suon di mazzette Expo. 9 ore di faccia a faccia con i Pm e l’imprenditore vuota il sacco sul sistema di appalti foraggiati da tangenti necessarie per aggiudicarsi i lavori nei cantieri dell’esposizione milanese. 22 anni dopo Tangentopoli, nell’ Expopoli  si travestono da consulenze e i mediatori diventano lobbisti.

I politici, negano. Le immagini però  non lasciano dubbi.

Enrico Maltauro e Sergio Cattozzo ripresi durante lo scambio delle mazzette: ...io ho questi 15.000…mi faccia quello che deve fare… Al casello autostradale o fuori da un  bar, immagini eloquenti. L’imprenditore Maltauro: “Pagavo Cattozzo per mediazione”.

Sono loro due, disponibili a chiarire, già nell’interrogatorio di garanzia davanti al Gip. I primi due ad essere ascoltati dai pubblici ministeri.  Di Cattozzo i bigliettini, con sigle, numeri, date e percentuali di come si spartivano i soldi degli imprendotori, nascosti nelle mutande durante la percuisizione. ” Sono un procacciatore di affari, un lobbista all’americana” ha dichiarato. 490mila euro nei primi mesi di quest’anno sottoforma di consulenze o versati in contanti.

Rimangono ferme le posizioni degli altri arrestati sul sistema degli appalti truccati che ha fatfoto-expo-1-640to vacillare e non poco l’EXPO. Lo sfondo politico fa muro e respinge l’impianto accusatorio. Primo Greganti, nome noto delle Tangentopoli milanesi e appena sospeso dal PD, poi Frigerio ex parlamentare di Forza Italia nel cui ufficio si stabilivano le spartizioni degli appalti e Luigi Grillo ex senatore di Forza Italia. Considerati i promotori, negano tutto, anche le loro visite ad Arcore per portare a Berlusconi delle buste…”Insinuazioni diffamatorie” ha prontamente replicato il fedele avvocato Ghidini, dimostreremo che Frigerio ha portato solo delle lettere con considerazioni politiche…

Pizzini che sarebbero arrivati anche  a Maroni, che annuncia querele milionarie, contro Repubblica e il suo titolo infamante in prima pagina: ” EXPO, così la cupola portava i pizzini ad Arcore e a Maroni”. Pressioni, che i componenti del folto gruppo, capace di condizionare gli appalti a favore degli imprenditori che pagavano le mazzette avrebbero esercitato anche sul ministro Lupi , citato ben 4 volte come referente politico durante gli interrogatori.

C’è del marcio in Danimarca, aveva detto Shakespeare nell’Amleto, anche nell’EXPO2015, aggiungiamo noi contemporanei, e tanto anche. La politica, dopo l’iniziale choc, nega e minimizza e c’è anche chi accusa i magistrati di esagerare. Dunque l’Expo si farà, non c’è alcun dubbio. O meglio, quasi tutti faranno di tutto perché si faccia, comunque. Troppi si sono esposti, troppe risorse sono state mobilitate e troppe promesse sono state fatte nel suo nome. E quindi, non c’è scandalo attuale o futuro che tenga, indietro non si può tornare.

renzi-expo-milano-4Ma tutto il resto, cioè cosa sarà esattamente Expo e, soprattutto, cosa ci lascerà in eredità, è un problema più che mai aperto. Anzi, è il problema. L’Italia politica non rispetta il lavoro e/o semplicemente continua il proprio collegamento con mafie e malaffari.

 

 


2 commenti

Il potere del genio: Rotko


logoSky arte dedica la puntata de “Il potere del genio” a Mark Rotko.

1970, nove dipinti  dell’artista americano arrivano a Londra. Lo stesso giorno il corpo di Rotko viene trovato disteso sul pavimento del bagno del suo studio. Il pittore ha indugiato così a lungo nel terreno della morte che ha finito per togliersi la vita. Nel 1970 era il momento dell’arte come gioco , Andy Warhol e Roy Lichtenstein si gustavano assieme al Rock and roll, lontani da qualsiasi pensiero e rifiutando la solennità dell’arte. Il fatto che Rotko si fosse tolto la vita rendeva la sua opera ancora più funerea.rotko

Eppure…quei quadri…qualcosa in loro vibra potentemente, pulsa. Quelle linee nere trascinano in luoghi misteriosi. Sono l’inizio di un’avventura sconosciuta in uno spazio sconosciuto.

Ha 55 anni è all’apice della fama e sta lavorando su commissione a una serie di dipinti (il compenso è di 35.000 dollari: cifra altissima per l’epoca) che dovranno coprire come “un fregio continuo, impossibili da evitare, ineluttabili, come il destino“, le pareti dell’inaugurando The Four Seasons, ristorante di lusso situato all’interno del Seagram Building, il bellissimo grattacielo di Manhattan progettato da Mies van der Rohe.  Gli Stati Uniti vogliono dimostrare al mondo la profondità dell’arte oltre alla spettacolarità.  È il più grande pittore americano vivente ma ha passato 30anni di difficoltà economiche e lotte interiori.

Una sfida. Che cosa può fare l’arte? Può irrompere nella vita di tutti i giorni? Può metterci in contatto con le sensazioni dell’estasi, dell’angoscia, del desiderio e terrore? Il pittore riflette a lungo. Nutre un sentimento di ambivalenza nei confronti del capitalismo americano e nel successo.

ROTHK001Nato in Russia ne l 1903 dichiara che di aver visto i cosacchi occupati nella loro attività preferita: picchiare gli ebrei. L’America degli anni ’20, lo accoglie a braccia aperte come fa con milioni di altri ebrei che arrivano scappando dalla violenza. Orfano e ebreo. Suona il violino e il mandolino. È intelligente, diventa gentile, goffo, educato e sentimentale con il desiderio disperato di raccontare le sue idee. Anche lontano dai cosacchi continua a non essere amato. Desidera esperimersi attraverso la creatività perchè pensa che l’arte possa cambiare il mondo. Soffre la fame. Il suo pensiero è arrovellato. Si getta nell’espressionismo, colori scuri, linee abbozzate, i primi lavori sono pieni di alienazione senza speranza.

30anni più tardi non può dire di no alla commissione del Four Seasons è la sfida più grande della sua carriera.

I suoi colori sono gli attori delle sue opere sono la divisione della superficie in rettangoli spesso orizzontali e l’utilizzo del colore che viene distribuito in modo omogeneo sopra a questi spazi, fino a far quasi scomparire la traccia della pennellata. Scelte compositive che servono a rendere la contemplazione dello spettatore più intima, permettendo una sorta di volo prospettico nel colore.  Un viaggio ipnotico,  mentale e spirituale, all’interno dell’opera, grazie alla fusione del colore con la geometria dell’immagine. Ma non si tratta di un viaggio allucinatorio o di un’esperienza sensoriale, perché i quadri di Rothko sono dei capolavori del dramma. Sono una rappresentazione della tragedia esistenziale del loro autore, senza che vi sia una soluzione di continuità e senza alcuna pausa salvifica data dal tempo.

RothkoGrandi tele verticali scandite da campiture orizzontali di tonalità contrastanti, pannelli di colore sovrapposti l’uno all’altro. Luci intense, scintillanti che attirano lo spettatore in una radiazione luminosa, profonda e indefinita. È diventato l’artefice di dipinti potenti e complessi che emanano forza e magnetismo. Pitture pulsanti e originali. Agiscono sui sensi. Si espandono. Offrono la sensualità del mondo in tutta la sua ricchezza. Confini colorati morbidamente indefiniti, imprecisi. Evocano sensazioni estreme di fatalità e estasi.

” Un artista dipinge per gli esseri umani e le reazioni degli uomini di tutti i giorni sono l’unico premio capace di dare soddisfazione vera all’artista“. Negli ultimi anni le sue opere sono richiestissime ma il successo è doloroso, diventa acolista e fumatore. Il suo lavoro si incupisce. Si chiude sulla difensiva, amareggiato e abbraccia il nero corvino. Quei contorni sfilacciati pieni di luce sono spariti, al loro posto dipinge il nero della luce, una sorta di tomba della sua speranza per l’arte. Dipinto dopo dipinto si avvicina alla fatalità, divide la luce, ed è pronto alla morte. Crea uno spazio dal colore sfumato e ambiguo in cui finire, lontano dalla confusione dell’attualità.

Ci ha lasciato opere che parlano del dolore e della gioia, del nascere e del morire, della vita fino alla tomba.

263969-995x580La fortuna di critica e di pubblico di Rothko è cresciuta senza sosta sino a farlo divenire negli anni 2000 uno degli artisti più costosi al mondo. Un suo quadro, White Center (Yellow, Pink and Lavender on Rose) è stato venduto nel maggio 2007 da Sotheby’s di New York per la cifra record di 72,84 milioni di dollari, andando più che a triplicare il precedente record dell’artista, stabilito nel novembre 2005 da Christie’s di New York con Homage to Matisse venduto per 22,41 milioni di dollari.

 


2 commenti

La Reggia si sbriciola


downloadUn tetto sfondato. Un buco del diametro di almeno 5 metri è il nuovo allarme che arriva dalla Reggia di Caserta, ennesimo bene culturl-artistico italiano che grida: S.O.S. Riconosciuta dall’UNESCO come bene dell’umanità eppure, in condizioni sempre più preoccupanti a causa di un mantenimento inadeguato. È uno dei servizi de TgL7 cronache che vuole evidenziare  lo stato attuale in cui giace la Reggia di carta: transenne, erbacce sui balconi, piante sui tetti, fontane con statue mozzate, panchine divelte: la splendida dimora storica è in pericolo.

Ovviamente tutto questo si traduce inesorabilmente nel calo turistico e polemiche.Reggia Caserta: sindaco, corno rosso provocazione ma resterà

Querelle sui 70.000 € spesi per erigere un grande Corno Rosso portafortuna, il più grande al mondo.  Installato nella piazza antistante la facciata della splendida Reggia di Caserta. E subito diventato polemica feroce, tra i contrari e i favorevoli di quest’operazione fortemente voluta dal sindaco della città Pio Del Gaudio. L’opera, dal titolo “Good Luck, Caserta”, è stata realizzata dall’artista Lello Esposito, scultore e pittore napoletano.  Innalzata poco prima delle vacanza natalizie e tolta in tutta fretta. Secondo il Corriere della sera, quell’opera giace reclinata difronte a un capannone.

Ma non è l’ultimo scandalo che investe quel monumento che contende a Pompei il primato della cattiva gestione di un bene culturale che potrebbe diventare ricchezza solida in una terra in crisi. Un tempo fiore all’occhiello per l’Italia e oggi diventata un altro simbolo di degrado e incuria. Ritenuta patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, era utilizzata dal pregiudicato Nicola Cosentino, soprannominato il Signore della Reggia, come luogo in cui fare “jogging” e come meta di vacanza.Del resto come poter reprimere l’istinto di correre liberamente in quegli immensi prati verdi.

Superata la vergogna di quanto accaduto, la Reggia di Caserta è stata vittima di un altro spiacevole evento.

Il buco sul tetto,  una vorareggia-caserta-facciata-degrado-lpgine di 30metri quadrati. La Reggia  continua a cadere a pezzi, dopo il crollo del 2011 di alcune parti architettoniche della facciata, una settimana fa è andata giù anche una porzione del tetto.  Ha ceduto una trave di legno e le tegole sono cadute su una volta in muratura proprio sotto le ex camerate degli allievi della scuola dell’areonautica e al primo piano degli appartamenti reali aperti ai turisti. Ad accorgersi del grave danno, proprio i responsabili dei militari che hanno subito informato la Sovrintendenza.

Una delle architetture più belle e armoniche del Barocco italiano, edificata per volontà dal re Carlo di Borbone estasiato dalla meraviglia del paesaggio. Un giardino all’italiana, un giardino all’inglese, un immenso parco con straordinarie fontane e ricche decorazioni, raccontano la storia del ‘700 italiano. E’ lei, la Reggia di Caserta, la sfortunata protagonista delle ultime vicende campane.

Sarà stata la pioggia a dare il colpo di grazia finale al tetto, certo è che la mancata manutenzione di questo storico monumento torna periodicamente al centro delle cronache. Un crollo ancor più grave perché avvenuto in un luogo in cui erano stati realizzati lavori di somma urgenza per i comignoli nel 2012, quando il tetto probabilmente era già in condizioni precarie, dato che è difficile immaginare una trave in legno marcita in così reggia-caserta-cartelli-lppoco tempo. In arrivo altro denaro per tamponare un’emorragia che pare inarrestabile; denaro che si va ad accumulare ad altri soldi stanziati e non ancora spesi. 5.000.000 di € per l’emergenza Reggia che, assicura Dario Franceschini, sta lavorando al piano complessivo per restituirla alla sua destinazione culturale e museale.

I turisti nel frattempo la disertano. Il crollo c’è stato negli anni. I numeri ufficiale del ministero raccontano che nel 1996 era al terzo posto dei luoghi più visitati d’Italia. Ora si registra un crollo del 57% in meno.

Mancano i soldi per gli addetti alla pulizie e custodi, così come per la manutenzione. Il sindaco parla di cronica mancanza di fondi anche se trovò quelli per pagare il famoso corno…Forse, prima dell’esate inizieranno i lavori di restauro di una parte della facciata ( 21 milioni di € di fondi già sanziati), lavori che sarebbero dovuti iniziare un mese fa. E così la Reggia ferita, nonostante gli annunci e gli impegni anche dell’ultimo governo, sembra in uno stato al limite del comatoso.

ikb190Intorno ad un monumento da tempo nell’occhio del ciclone e al centro di feroci polemiche per la sua gestione, un barlume fioco però si affaccia al suo orizzonte, da quest’anno i fondi per la manutenzione dovrebbero sensibilmente aumentare tenendo conto che la Sovrintendenza speciale potrà gestire direttamente tutti gli incassi realizzati.

Notizie come queste sono la famosa ultima speranza a cui aggrapparsi, prima di cadere a pezzi definitivamente.

 


2 commenti

Ottoemezzo riflette sul potere


ottoemezzoComplici il filosofo Emanuele Severino e Roberto D’Agostino, a Ottoemezzo sabato in onda su La7 si parla di retroscena del potere. Un argomento importante per la filosofia e per il cliccatissimo sito Dagospia, che si occupa proprio a detta del suo autore,  ” del  tempo che trasforma il pettegolezzo in storia e non si fa storia senza cronaca.

La storia, dunque è solo un punto di vista, raccontato spesso, dai vincitori. Ma allora dove sta la verità? La storia è una convenzione?

La storia non è il regno della verità, perchè è impossibile cercare la verità assoluta, diciamo che credere nella storia diviene un atto di fede. La storia è in mano al potere che per sopravvivere ne occulta le intenzioni.  Il potere è frutto di ingegno e  astuzia. Questo vuol dire che l’impotenteCorona1 è colui che è nella verità, perchè l’impotente è il fallimento del potente. Il mondo è cambiato, dopo la caduta del muro di Berlino. Un mondo nuovo che ha accelerato il suo ingresso, e che ha come  potere la tecnologia. Il potere di Google e di Facebook non certo paragonabile a quello di  Obama o  della Merkel. Un mondo variabile, veloce, in mano alla tecnologia e a chi la sa sfruttare.

Dunque la destinazione della tecnologia è il dominio. Non c’è più la preoccupazione di salvare i valori.

Un mondo veloce, dove i due cadaveri sono la televisione e i giornali, non più artefici dell’informazione, oggi sostituiti, perchè l’uomo moderno non attende più di leggere,  va su internet. Tutto è su internet. Tutto scorre e non si ferma.

Renzi, Monti o Grillo sono fenomeni interessanti ma temporanei, politici obsoleti che rispecchiano la crisi dei valori occidentali. La crisi è legatapotere-b al vecchio ordine. La crisi è un passaggio verso il nuovo e l’Italia guarda al suo declino.  La crisi è cambiamento. E non saranno i Renzi o i Grillo che potranno fermare il tempo. La crisi è sinonimo di rinascita dopo il decadimento del sistema. Ci sarà una nuova destinazione della nostra civiltà tecnologica. Ogni forza, di destra o di sinistra è interessata a potenziare la sua porzione di potere. Ma è solo un disperato tentativo di profitto. La crisi di rappresentatività dei partiti, la loro incapacità a raccogliere e farsi portatori negli ambiti a ciò preposti dalle instanze del’elettorato, unitamente agli scandali che negli ultimi anni ne hanno costellato l’attività e minato la credibilità, indistinatmente, hanno indotto una progressiva disaffezione nei riguardi delle pubbliche istituzioni e di colori i quali operano in esse. Il rifiuto dell’evoluzione che è insita nell’idea stessa di progresso tutela ogni posizione precostituita dallo squilibrio fisiologicamente indotto dalla ricerca di un nuovo e più efficiente assetto. Così si mantiene tutto fermo per assicurarsi la tutela della porzione di potere e la tenuta del vecchio sistema.

L’unico potere che resiste nel tempo è quello della Chiesa, che è rimasta in testa. ” Se c’è una cosa che è viva e lotta insieme a noi – dice D’Agostinoè la Chiesa, la recente canonizzazione dei due Papi, era una scusa, uno spettacolo di potere. E questo Papa sa come mettere in scena la comunicazione. L’unica vera monarchia operante in occidente è il Vaticano, ma con Bergoglio è dinamica”.

bergoglioLe masse avevano un bisogno diverso dalla politica o dall’economia. Papa Francesco ha uno stile di vita interessante ma non si discosta dalla visione tradizionale della Chiesa. La sua umanità è evidente, ma la Chiesa è rimasta immutata, aveva solo bisogno di un seduttore.

 

 


4 commenti

Dopo il muro una nuova Europa


downloadAl Tempo e la Storia in onda su Rai 3, si parte con l’immagine di due cartine geografiche, quella dell’Europa di 25 anni fa, ai tempi della “cortina di ferro”, con i paesi del blocco orientale sotto dittatura comunista e quella dell’Europa di oggi, con 28 Stati nell’Unione Europea.

La differenza tra le due cartina è che molti paesi che facevano parte della galassia comunista oggi sono nell’UE. Una trasformazione iniziata in una data precisa: 9 novembre 1989, il giorno della caduta del muro di Berlino. Con la sua distruzione, crolla anche la “cortina di ferro” che contrassegnava le due Germanie e le due Europe. In brevissimo tempo entrano nell’UE la Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Slovacchia, Lettonia, Estonia e Lituania. Nel 2007 Romania e Bulgaria e infine la Croazia nel 2013. Nel 2014 anche l’Ucraina ha firmato il trattato di assegnazione politica, un passo fondamentale per la sua entrata, che dovrebbe avvenire nel 2017.muro-di-berlino-caduta-picconate

Per parlare della complessa storia che va dalla caduta del muro all’entrata dei paesi un tempo appartenenti al blocco orientale, ci accompagna in studio, il professore Giovanni Sabatucci, storico dell’età contemporanea. ” Per 40anni e più, noi che abitiamo in questa parte del mondo abbiamo parlato molto di Unione Europea, in realtà ci riferivamo a metà Europa, cioè quella occidentale, dando per scontato che l’altra fosse come perduta alla democrazia. Poi tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 gli eventi quasi miracolosi, culminati nella caduta del muro ha aperto nuove prospettive. Da allora è stato tutto un accorrere delle nuove democrazie orientali  e il processo si è compito in pochi anni. Significa che quell’Europa che a noi, spesso appare come una gabbia, per quei popoli, era ed è, un traguardo e una garanzia contro un ritorno al passato”. 

Il crollo del comunismo nei paesi dell’Europa centrale e orientale, iniziato in Polonia e Ungheria e simbolizzato dalla caduta del muro di Berlino è stato un evento storico che ha cambiato completamente la faccia dell’Europa. Dopo oltre 40ani di divisione, la fine del bipolarismo tra Oriente e Occidente ha innescato un processo di unificazione che, partendo dalla Germania, ha influenzato l’intero continente.

Per capire questo processo bisogna tornare agli inizi degli anni ’80. Il colosso sovietico, guidato dal quesi 76enne Breznev, entra in un vicolo cieco.  Il paese sta per crollare. Mosca spende più del 25% del suo Pil in armamenti. Cifra insostenibile per un paese in piena stagnazione. L’Urss è una macchina arrigginita che non è più in grado di concorrere contro le forze occida1989dentali. Nell’America di Reagan è in atto una rivoluzione digitale. Nel mondo comunista invece, si continuano a sfornare carri armati, camion e veivoli, mentre la produzione di prodotti di consumo rimane molto indietro. Cresce inarrestabile il debito dell’Urss. Le infrastrutture sono arretrate rispetto a quelle occidentali. Nel paese in cui l’età media della classe dirigente è intorno ai 70anni la potente ideologia comunista non è più in grado di rispondere adeguatamente.   Regna la corruzione e la mancanza di valori morali. I mercati neri e le imprese illegali prosperano. Quando sale al potere Gorbaciov, L’Urss è malconcia.

Improvvisamente implode e il quadro cambia rapidamente. Gorbaciov segna il cambiamento. Con la “Perestroika”, molta gente impaziente comincia a protesatre e manifestare apertamente. Nell’89 l’Ungheria e la Cecoslovacchia aprono le frontiere con l’Austria, di conseguenza migliaia di tedeschi dell’est affollano le ambasciate di Praga e Budapest per ottenere il lasciapassare e l’impenetrabile “cortina di ferro” viene scalfita. A Berlino si inneggia a Gorbaciov. Quel grido è un segnale. Il regime risponde con la polizia ma la gente oramai è intenibile. Il giorno 9 è la volta del muro che sotto i colpi dei berlinesi crolla. I tedeschi, separati dal 1961 iniziano  a mescolarsi. L’incubo della divisione Est/Ovest cade per sempre. Le due Germanie si possono vedere e toccare. Da allora ad uno ad uno, nuovi paesi si affiancano alla democrazia europea, cambiando gli equilibri politici di tutto il mondo.

Storicamenete i grandi passaggi rivoluzionari, si consumano sempre perchè il sistema collassa, dando origine ad un cambiamento.

2u7u4a0Le nuove norme ed istituzioni che guidano gli stati europei hanno consentito certamente la tanto voluta pace economica, ma devono anche favorire lo sviluppo di una nuova società europea, multietnica e volta al progresso, che può nascere solo da una serie di rapporti sempre più stretti e lungimiranti. Dal 1989 è stato fatto molto. La caduta del muro è stata simbolicamente un sintomo di autodeterminazione da parte dei popoli che si sono sentiti vicini e che non accettavano più divisioni forzate e conflitti tra nazioni. È proprio la caratteristica nuova dell’UE, di essere multinazionale e multilingue ad essere tereno fertile per l’ampliamento delle frontiere. D’altronde solo pochi anni fa era impensabile perfino un’Unione Europea come quella in cui viviamo oggi.

Speriamo solo che l’attuale crisi non produca altre dannose spinte antieuropee e xenofobe, come quelle avvertite in questi ultimi tempi che, forse altro non sono, che la paura di non essere in grado di gestire il fenomeno di una “grande Europa”, autorevole, solidale, rlepen2ivolta alla pace e allo sviluppo mondiale.  Questa realtà europea, peraltro ineluttabile, che parte dei cittadini non ha ancora compreso nella sua importanza di proceso virtuoso non può e non deve eliminare il prezioso “senso di comunità” fin’ora conquistato.

 

 


4 commenti

La festa della terra


giornata-della-terraIo ci tengo. In occasione della giornata mondiale della terra, La7 mette in onda un programma che racconta attraverso emozioni, immagini, musica e storie, l’ambiente e il suo prezioso valore, Camila Raznovich e Pierluigi Sassi, il presidente di “Earth Day Italy “fanno da filo conduttore.

In 192 paesi del mondo, il 22 aprile, un miliardo di persone hanno festeggiato la 44esima giornata della Terra, quest’anno dedicata alla città verdi.  Un’occasione per riflettere sulla gestione sostenibile delle risorse a nostra disposizione ed educare noi stessi al rispetto dell’eco sistema in cui viviamo.  Un intento che si tramuta in energia, incanalata per  produrre un cambiamento di clima, ma non atmosferico, bensì sociale e culturale. Nel mondo siamo 7 miliardi e le nostre azioni determinano cambiamenti. Tutti dobbiamo cambiare, dalle imprese che devono adottare economie green, ai mezzi di comunicazione, che devono sensibilizzare le masse al cambiamenti per tutelare la terra, il nostro unico pianeta e anche noi stessi che dobbiamo cambiare abitudini per vivere in questo habitat, chiamato, terra.

Tantissime le iniziative – dice Pierluigi Sassimaratone, concerti e una mostra fotografica al Maxxi di Roma per  raccontare l’impegno di persone per tutelare e proteggere il nostro pianeta”.earthday

La mostra presenta le opere di 23 maestri della fotografia italiana che raccontano “gli Eroi della Terra”, ovvero i pionieri del cambiamento in armonia con l’ambiente, modelli di ispirazione per lanciare nel Giorno della Terra una chiamata alla partecipazione collettiva.

Arisa è tra i protagonisti dei festeggiamenti, insieme ai tanti eventi, più o meno piccoli organizzati in giro per lo Stivale.  La cantante sul palco dell’Arcimboldi fa da colonna sonora e testimonial dell’iniziativa. Seguendo l’esempio di Fiorella Mannoia e Khaled, protagonisti dello scorso concerto.

Il mio rapporto con la natura è imporatante, sono cresciuta in un posto che è solamente natura e attraverso di essa ho imparato come comportarmi nel mondo, cioè se pianti qualcosa prima o poi crescerà. Sono attenta all’alimentazione e preferisco mangiare cibi di cui sono sicura della provenienza. Sono figlia di genitori che coltivano quello che mangiano. Mi piace mangiare quello che è buono, cioè coltivato in maniera semplice”.

860milioni di persone sul nostro pianeta sono denutrite e per ogni persone denutrita ce ne sono due obese, e un terzo della produzione mondiale di cibo finisce nella spazzatura. Occorre mettere in atto un sano equilibrio.

Per il WWF, lo sfruttamento eccessivo del pianeta ci sta portando a superare i suoi limiti. Le montagne hanno un’importanza globale e coprono il 25% della superficie terrestre e il 60% dell’acqua potabile, dolce, viene dalle zone di montagna. Anche per la biodiversità le montagne sono fondamentali, il 25% della biodiversità terrestre si trova in zone montouse e il 5% dei cibi più importanti hanno origini montane: patate, riso, caffè, mele.

 Dal punto di vista politico l63c74553333de29451f0275b5ed202cb_giornata_della_terraa situazione è ferma ormai da diversi anni, visto che un secondo atto del protocollo di Kyoto è stato abbandonato sul nascere perchè boicottato da Cina e India. La nuova autocritica deve necessariamente coinvolgere tutto il mondo dell’ambientalismo. Il cambiamento climatico è una realtà che incombe sul nostro pianeta. Già ora la perdita di biodiversità e i cambiamenti climatici hanno superato i limiti e gli effetti stanno avendo conseguenze negative sull’umanità, causa stressa del problema.

L’unica speranza per riuscire a contrastare questo fenomeno devastante è un coinvolgimento per un cambiamento sociale. Una spinta dal basso che può modificare il sistema, Con le nostre scelte d’acquisto, con il comportamento nel consumo. Bisogna proporre delle contromisure con l’intento di modificare alla radice la concezione dell’economia. Avere consapevolezza e responsabilità sociale sono due leve strategiche anche per le aziende che intendono sviluppare un modello di business a lunga durata in grado di generare valore per se stessa e per la collettività. Bisogna assegnare un valore al capitale naturale per disincentivare il disprezzamento.

Adottare comportamenti ecosostenibili da attuare nella vita di tutti i giorni. Partendo dai piccoli gesti quotidiani.

Ecco il decalogo antispreco, 10 suggerimenti per dare un taglio netto alla produzione dei rifiuti:

  • Al supermercato, prediligere i prodotti sfusi e alla spina.
  • Imparare a cucinare anche con gli avanzi dei cibi.
  • Per conservare gli alimenti, usare i contenitori di vetro e no di alluminio.
  • Fare la raccolta differenziata.
  • In ufficio utilizzare Internet per inviare e ricevere documenti e limitare il più possibile il ricorso a prodotti usa e getta.
  • Regalare gli indumenti e i giocattoli non più graditi o buttarli nei cassonetti gialli.
  • Prima di gettare via un computer o un telefonino, valutare una possibile riparazione.
  • Smaltire in modo adeguato le apparecchiature elettriche.
  • Utilizzare buste di carta, cartone, iuta, biodegradabili o comunque riutilizzabili.
  • Non bruciare rifiuti.

terra-madre-dayPiccoli gesti quotidiani e una grande festa per sensibilizzare e raggiungere tutti, e produrre il cambiamento. Siamo 7 miliardi di persone le cui scelte di voto, acquisto e di consumo possono generare più cambiamento di quanto si immagini. E allora, rimbocchiamoci le maniche e  difendiamo l’ambiente che non è solo giusto ma, rappresenta anche una straordinaria opportunità per affrontatre la crisi economica e guardare al futuro.